mercoledì 7 settembre 2011
mercoledì 9 luglio 2008
Lecco, Camp.Ita Triathlon Sprint...esordio!
Da tanti miei amici che NON sono venuti a tifare mi è giunta questa domanda:
“Cosa può spingere a fare una gara di triathlon alle 8 di mattina di una domenica di luglio?”
Credo che sia la domanda che si sono posti i più che non hanno risposto a questa mail e, soprattutto, a quell’ora erano ancora tra le braccia di Morfeo…
Ebbene…si sono persi la sveglia alle 5…l’adrenalina che lentamente cresce…l’arrivo al parcheggio atleti ancora un po’ assonnato…clima subito scherzoso e rilassato…la preparazione della zona cambio…il tempo che scorre e la partenza sempre più vicina…la tensione cresce e non fai in tempo a ripassare le fasi, a verificare se hai predisposto tutto correttamente che ti ritrovi già al via, in mezzo ad altre 100 persone che sbattono sull’acqua come pesci intrappolati in una rete…tutti ammassati. Spinte, calci, gomitate…cerchi di nuotare ma il ritmo è infernale, la boa è lontana e tutti quei corpi che sbucano dal nero del lago…finalmente trovi i tuoi spazi…esci…e subito corri verso la bici…bisogna fare tutto in fretta…via, si parte…sono solo 20km ma il ritmo è alto…bisogna filare veloci…il vento sul corpo bagnato ti rinfresca ma le gambe bruciano cercando di mantenere la velocità…38-39-40km/h…troppo veloce…bisogna sfruttare la scia…fare gruppo ma a volte sei da solo e devi faticare come un pazzo per recuperare il gruppetto avanti a te….ad ogni giro (su 5 giri tot) Silvia e Nicole (lei c’era!) ti urlano:” dai dai…” e ti danno una carica impagabile…mi spingo ancora più al limite proprio per loro…ultimo giro…cambio…scarpette e via di corsa…le gambe sono gonfie di acido lattico…correre dopo la bici sembra un’impresa inumana…contro natura…dopo solo 1km mi sembra d’aver speso le forze di 20 maratone… però Brian è lì…e nell’incrociarci ci sosteniamo a vicenda…scherziamo…”mo te piglio…” gli urlo…ma è sempre avanti…finalmente le gambe sono più leggere…e sento di poter dare qualcosa di più…sono a 100 metri dall’arrivo…mi sento sopravanzare…ma non posso, anche se arriverò solo 422° non voglio farmi superare dal 423°!…ultimo sprint, ultimo sforzo, ultime energie…i 100mt più veloci della mia vita…quasi senza respirare…arrivo…e la gioia e la soddisfazione sono impagabili…l’energia che si percepisce, il clima che ogni atleta emana dilaga…contamina il pubblico…che già progetta di convertirsi da spettatore ad attore…perché il triathlon è così…è una droga, è sudore e sacrificio…ma soprattutto è gioia!
“Cosa può spingere a fare una gara di triathlon alle 8 di mattina di una domenica di luglio?”
Credo che sia la domanda che si sono posti i più che non hanno risposto a questa mail e, soprattutto, a quell’ora erano ancora tra le braccia di Morfeo…
Ebbene…si sono persi la sveglia alle 5…l’adrenalina che lentamente cresce…l’arrivo al parcheggio atleti ancora un po’ assonnato…clima subito scherzoso e rilassato…la preparazione della zona cambio…il tempo che scorre e la partenza sempre più vicina…la tensione cresce e non fai in tempo a ripassare le fasi, a verificare se hai predisposto tutto correttamente che ti ritrovi già al via, in mezzo ad altre 100 persone che sbattono sull’acqua come pesci intrappolati in una rete…tutti ammassati. Spinte, calci, gomitate…cerchi di nuotare ma il ritmo è infernale, la boa è lontana e tutti quei corpi che sbucano dal nero del lago…finalmente trovi i tuoi spazi…esci…e subito corri verso la bici…bisogna fare tutto in fretta…via, si parte…sono solo 20km ma il ritmo è alto…bisogna filare veloci…il vento sul corpo bagnato ti rinfresca ma le gambe bruciano cercando di mantenere la velocità…38-39-40km/h…troppo veloce…bisogna sfruttare la scia…fare gruppo ma a volte sei da solo e devi faticare come un pazzo per recuperare il gruppetto avanti a te….ad ogni giro (su 5 giri tot) Silvia e Nicole (lei c’era!) ti urlano:” dai dai…” e ti danno una carica impagabile…mi spingo ancora più al limite proprio per loro…ultimo giro…cambio…scarpette e via di corsa…le gambe sono gonfie di acido lattico…correre dopo la bici sembra un’impresa inumana…contro natura…dopo solo 1km mi sembra d’aver speso le forze di 20 maratone… però Brian è lì…e nell’incrociarci ci sosteniamo a vicenda…scherziamo…”mo te piglio…” gli urlo…ma è sempre avanti…finalmente le gambe sono più leggere…e sento di poter dare qualcosa di più…sono a 100 metri dall’arrivo…mi sento sopravanzare…ma non posso, anche se arriverò solo 422° non voglio farmi superare dal 423°!…ultimo sprint, ultimo sforzo, ultime energie…i 100mt più veloci della mia vita…quasi senza respirare…arrivo…e la gioia e la soddisfazione sono impagabili…l’energia che si percepisce, il clima che ogni atleta emana dilaga…contamina il pubblico…che già progetta di convertirsi da spettatore ad attore…perché il triathlon è così…è una droga, è sudore e sacrificio…ma soprattutto è gioia!
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